top of page

L’amore di Giorgio Morandi (Bologna, 20 luglio 1890 –18 giugno 1964) pittore e incisore, per il  giardino, in via Fondazza 36, era condiviso con le sorelle, e i pochi amici che furono, nel corso degli anni, introdotti in questo segreto angolo di Bologna, in primavera o estate (ma non solo), quando rose e, altre piante, come la Digitale purpurea, offrivano il meglio di sé.

La straordinaria e unica immagine delle mani del pittore, alle prese con i pistilli della Digitale purpurea, fu scattata in occasione di una delle due visite che il giovane Pio Manzù fece con il padre Giacomo, scultore affermato, in via Fondazza, come attesta Giacomo Manzoni, figlio di Pio.

In una di queste visite in giardino furono presenti anche Janet Abramowicz (nel 1950 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove studia incisione con Giorgio Morandi, e si diplomerà nel 1952, rimanendo per i successivi due anni a Bologna, come assistente del suo professore) e il di lei marito, come documentano altri scatti fotografici, conservati nell’Archivio Pio Manzù a Bergamo.

Morandi conosceva Giacomo Manzù fin dal 1938 , come da corrispondenza fra i due artisti, conservata alla Biblioteca dell’Archiginnasio (Fondo Carte Giorgio Morandi). Nel 1956 esposero assieme al Kunstmuseum a Winterthur (Svizzera); nel corso del tempo l’uno donò all’altro un’opera, come ricorda Giacomo Manzoni, nipote di Giacomo Manzù.

A testimonianza del rapporto di stima che legava i due artisti, alla morte di Giorgio Morandi (1964) lo scultore donò alle sorelle un busto raffigurante l’amico, per la tomba di famiglia, realizzata in Certosa, dall’architetto bolognese Leone Pancaldi

PIO MANZU'

Designer e fotografo

Pio Manzù (pseudonimo di Pio Manzoni) (Bergamo, 1939 – Brandizzo, 26 maggio 1969) è stato un designer e fotografo italiano. Figlio del celebre scultore Giacomo, fu il primo italiano a diplomarsi nella sezione design industriale alla Hochschule für Gestaltung di Ulm, considerata, insieme al Bauhaus, una delle più importanti istituzioni per lo studio delle discipline legate al design.

Fu definito dal critico d’arte Gillo Dorfles: «uno dei più seri realizzatori di una nuova corrente del design italiano contemporaneo». Nella sua pur breve carriera ha lasciato un segno forte non solo nella Fiat 127, ma anche in alcuni oggetti di successo quali: la lampada Parentesi per Flos, frutto della collaborazione con Achille Castiglioni; il Cronotime per Alessi, e il Portaoggetti da scrivania Kartell. Nel 1969, mentre si recava alla presentazione ufficiale del prototipo definitivo  della Fiat 127, rimase vittima di un incidente stradale sulla "Serenissima", nei pressi del casello di Brandizzo.

Pio Manzù utilizzò la fotografia nelle sue ricerche, fin dal tempo della scuola, ma scattò anche, tra il 1958 e il 1969, una serie di ritratti di vari artisti (Giorgio Morandi, Aldo Salvadori, Cesare Brandi, Kokoschka, e il padre Giacomo), nei quali adottava un punto di ripresa abbassato rispetto al soggetto, in parte dovuto al mirino a pozzetto della Rolleiflex che consentiva di vedere l’immagine dall’alto verso il basso, modalità molto amata dagli architetti e in particolar modo utilizzata anche negli ultimi anni nei corsi di fotografia del Bauhaus e della scuola di Ulm. Il formato quadrato del negativo, inoltre, aiutava il fotografo a isolare il soggetto in uno spazio omogeneo in cui non vi erano estensioni percettive come nei formati rettangolari.

L’Archivio Pio Manzù è attualmente depositato presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo (GAMeC). A lui è intitolato il Centro Internazionale Ricerche di Rimini, un organismo consultivo legato alle Nazioni Unite, che opera dal 1969 come Istituto di studi per l’approfondimento dei temi economici e scientifici di interesse cruciale per il futuro dell’umanità.

Tratto da  www.piomanzu.it

 

 

DIGITALE PURPUREA

Digitalis purpurea 

E’ una specie erbacea della famiglia delle Scrophulariaceae  (la stessa della bocca di leone), la più nota e apprezzata è certamente quella purpurea, con fiori che hanno una caratteristica forma simile a un ditale, da cui il nome.

Il “prezioso fiore che nel passato ha curato tanti cuori”, contiene glucosidi cardioattivi, molto utili nella cura dell’insufficienza cardiaca. Fu definito, “oppio del cuore”, per evidenziare il suo effetto estremamente dannoso, se smodato, a livello cardiaco.

 Con il suo aspetto incantevole e il suo animo velenoso, la digitale è il fiore della sensualità proibita, di ciò che “non s’ha da fare”.

E’ una delle piante amate dalla letteratura decadente: Giovanni Pascoli le intitolò una poesia, inserita nella raccolta Poemetti (1898); mentre nella celebre opera di V. van Gogh, "Ritratto del dottor Gachet", il malinconico medico ha sul tavolo accanto a sé una pianta di Digitalis, all'epoca utilizzata come rimedio fitoterapico per la cura di diverse malattie.

AISTHESIS - All'origine delle sensazioni

PIO MANZU'

Ci è stato segnalato da Roberto Ravaioli  che in questa Mostra c’è un’intervista a Irwin, nella quale l’artista parla a lungo di G. Morandi

 

Aisthesis All’orginedelle sensazioni

Robert Irwin e James Turrel a Villa Panza

www.aisthesis-fai.it

Varese, Villa e Collezione Panza

FAI Fondo Ambiente Italiano

 

 

Il FAI - Fondo Ambiente Italiano celebra il genio di Robert Irwin e James Turrell, straordinari artisti californiani, esponenti dell'Arte ambientale e della percezione, dedicando loro una grande mostra a Villa Panza: AISTHESIS - All'origine delle sensazioni.

AISTHESIS non è una mostra da vedere, ma da sentire. Un'esperienza percettiva unica, dove i confini dello spazio e della luce si confondono e si annullano.
Il progetto espositivo comprende 19 lavori: proiezioni, installazioni e ambienti sensoriali mirabilmente integrati negli spazi della villa.

Le due nuove opere realizzate appositamente da Irwin e Turrell per la mostra ne fanno un'occasione imperdibile.
L'emozione tocca il suo apice nel Ganzfeld "Sight Unseen", una delle opere di James Turrell, che trasforma la Scuderia Grande in un paesaggio senza orizzonti, mentre "Varese Scrim", il progetto di Robert Irwin per la Limonaia, crea un labirinto di emozioni modellato dalla luce naturale.

La mostra approfondisce inoltre con foto, video e documenti la stretta relazione che legò per quarant'anni i due esponenti californiani a Giuseppe Panza. Fu proprio il grande collezionista, infatti, che negli anni '70 commissionò a Irwin e Turrell memorabili interventi site-specifi c per la Villa e la sua Collezione conosciuta in tutto il mondo.

AISTHESIS chiude un importante tour che ha visto Turrell protagonista, nel 2013, di tre grandi esposizioni al LACMA di Los Angeles, al Guggenheim di New York e al Museum of Fine Arts di Houston.

La mostra è a cura di Michael Govan, Direttore e CEO del LACMA - Los Angeles County Museum of Art e Anna Bernardini, Direttore di Villa e Collezione Panza.

 

Robert Irwin

(Long Beach, CA, 1928)

Robert Irwin è una delle figure cardine dell'arte americana da più di trent'anni. Influenzato dalle ricerche dell'Espressionismo astratto, inizia la sua carriera come pittore, per poi spostarsi verso un nuovo stile e una diversa sensibilità e approdare, infine, a una ricerca estetica volta all'osservazione dei fenomeni percettivi relativi alla luce, al volume e allo spazio.

Nei primi anni Sessanta, l'artista californiano inizia una serie continua di esperimenti: considerando il ruolo dell'arte come 'contingente', come qualcosa che risponde sempre all'esperienza dell'ambiente circostante, Irwin diviene il pioniere del movimento californiano Light and Space e della Conditional Art. Distaccandosi definitivamente dall'approccio figurativo che aveva caratterizzato i suoi primissimi lavori, sulla scia delle ricerche portate avanti dalla corrente minimalista, Irwin insegue l'ideale di un'opera che sia autonoma nei contenuti. Si concentra, così, sullo spettatore e sulla sua consapevolezza dello spazio, che cerca di esaltare attraverso la manipolazione delle luci, l'utilizzo di sottilissimi velari di nylon (scrim) e alterazioni degli ambienti poco invasive.

Grazie a quest'approccio, che gli ha permesso di incorporare nel proprio lavoro anche progetti architettonici e di design del paesaggio, Irwin ha prodotto alcuni dei più straordinari lavori site-conditioned degli ultimi decenni, tra i quali si ricordano Scrim Veil—Black Rectangle—Natural Llight al Whitney Museum di New York (1977), il progetto per l'edificio e il parco della Dia:Beacon (completato nel 2003) e il lussureggiante Central Garden del Getty Center di Los Angeles (completato nel 1997). I progetti ambientali di Irwin sono indirizzati a modificare l'esperienza percettiva che lo spettatore ha di un determinato locus, delle sue particolarità e qualità.

Risale alla fine degli anni Sessanta il primo incontro tra Irwin e Giuseppe Panza di Biumo che si conoscono alla Pace Gallery di New York. Da quel momento inizia tra loro una collaborazione intensa, che culmina nella commissione per la villa di Varese delle tre opere Varese Portal Room, Varese Window Room e Varese Scrim (1973). Grazie all'aiuto di Irwin, Panza conoscerà poi quel gruppo di artisti californiani le cui ricerche rientreranno nella sua definizione di Arte ambientale e, tra i quali, ci sarà anche il giovane James Turrell.

Robert Irwin ha insegnato per molti anni nelle facoltà di arte, filosofia e psicologia di numerose università e, sin dagli anni Sessanta, il suo insegnamento ha avuto un impatto enorme su molti artisti americani delle generazioni successive. 
I lavori di Robert Irwin sono presenti in numerose istituzioni di tutto il mondo, tra cui il Centre Georges Pompidou, Parigi; The J. Paul Getty Museum, Los Angeles; Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Smithsonian Institution, Washington, D.C.; Los Angeles County Museum of Art; The Metropolitan Museum of Art, New York; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; The Museum of Modern Art, New York; Whitney Museum of American Art, New York.

bottom of page